giovedì 21 aprile 2011

Libya today

E' incominciata con un "ma lasciamolo in pace, quel povero Muammar, che ha dei problemini da risolvere", ma appena il sarchiapone francese incominciò a sparacchiare con troppo zelo, l'ansioso protagonismso del piccolo italico duce e dei nanetti suoi ministri s'ingrossò come un torrente alpino a primavera.
E fu un repentino riaprire di aeroporti militari e civili, un accorrere di portaerei e navi, una noiosa esibizione televisiva di freddi comandanti di cielo e di mare pronti a regalare ulteriore gloria al già glorioso Nano di Bungabunga.
E siamo all'oggi, con gli USA che dicono sghignazzando "ma perdavvero ci avete creduto? ma dai!", con una guerra civile ormai incancrenita e con un larussa ignazio benito, ministro della guerra, che non vede l'ora di mostrare al mondo la ferrea volontà di vendetta che anima da sempre i rancorosi straccioni della storia che si attaccano al fascismo per mascherare i loro pesanti problemi relazionali.

Ci andrà lui in terra di Libia ad addestrare i moderni ascari? Vuole una nuova Giarabub?
E se lo mandassimo urgentemente a casa a studiare da politico serio?

colonnello non voglio il pane...

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