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"San Gennà, sono Sepe... quello che ogni anno ti prende in mano e ti gira e rigira il sangue fino quando tutta la gente dice "oooooooh!" e ti fa gran festa.
Certo che se 'sta teca mi cadesse di mano e si sfracellasse... addio feste per te, addio soldini per la chiesa.
Ma io non ti voglio impressionare, voglio solo farti un regalo: lo vedi questo bell'appartamentino al Vomero? Vedi che panorama, che sole, che luce?
Ti piacerebbe startene qua, bello bello con tutte le suore che ti vengono a spolverare?
Si può fare: vedi, questo appartamento è di Propaganda Due...Fide!, azzo dico! Un lapsus.
E' di Propaganda Fide e te lo regalo.
Cosa voglio in cambio?
Niente, San Gennà, io sono innocente e non ho paura della croce.
Però nun sacce quello che hanno scoperto chille fetiente e PM, io
sono innocente, lo giuro, ma se quelli hanno scoperto qualcosa?
Perciò, cumpà San Gennaro, me vulite fa' a grazia? Li fate diventare ciechi, sordi e muti a tutti quanti quei fetienti di PM che ce l'hanno con me?
Ci conto!
Allora, 'o famm 'sto rogito?"
Così implorava il monsignore mentre i fedeli, ignari, ripetevano le loro innocenti preghiere.