“Anche agli occhi di un profano, di chi non esercita la professione dell’avvocato si palesa l’assurdità delle argomentazioni contenute nelle motivazioni della sentenza Unipol. Non vi è infatti per forza una logica tra
il fatto che, essendo Berlusconi il capo del Pdl, da lui dovesse partire il benestare alla pubblicazione della
telefonata Fasssino-Consorte, come sostengono i giudici, ed è inconcepibile leggere nelle motivazioni che ‘non e' credibile, né in generale né tantomeno alla luce di tali affermazioni, che Silvio Berlusconi non fosse stato almeno messo al corrente dal fratello, anche poco prima dell'incontro, dell'intenzione di Favata e Raffaelli di fargli sentire la conversazione’. Per condannare una persona, sappiamo tutti, o perlomeno finora credevamo di sapere, che in un sistema democratico, servono prove, fatti, non supposizioni o verosimiglianze"
Tutti i ladri e gli assassini non colti in flagranza di reato esultano: "vogliamo la Gelmini al Quirinale!"
"E anche per le fidanzate" ha rincarato la sconosciuta signorina Francesca Pascale
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